Papa Leone e quella citazione di Agostino contro i pelagiani
- Lucio Brunelli
- 3 giu
- Tempo di lettura: 5 min
In un messaggio inviato il 2 giugno ai partecipanti ad un seminario sull'evangelizzazione, papa Leone ha citato un brano di Sant'Agostino che era diventato un po' la bandiera del mensile 30giorni nella controversia contro il nuovo pelagianesimo nella Chiesa:
"La fede è anzitutto risposta a uno sguardo d’amore, e il più grande errore che possiamo fare come cristiani è, secondo le parole di sant'Agostino, di far consistere la grazia di Cristo nel suo esempio e non nel dono della sua persona"(Contra Iulianum opus imperfectum, II, 146).
Di questo argomento e del sacerdote ispiratore della rivista 30Giorni, don Giacomo Tantardini, avevo raccontato in un articolo apparso il 16 maggio in alcuni quotidiani on line della provincia di Lecco, dove don Giacomo è nato nel 1946. Lo ripropongo ora sul blog.

Dopo il primo papa gesuita con Leone XIV abbiamo il primo papa della storia appartenente all’ordine di sant’Agostino. La simpatia popolare che sta accompagnando i primi passi del successore di Francesco è probabile che produca negli anni a venire, come effetto collaterale, un rinnovato interesse verso la figura di santo di Ippona. Del grande convertito di origini africane è nota a molti l’autobiografia spirituale, Le Confessioni, ma pochi ne conoscono il vasto e suggestivo pensiero teologico. In Italia un gran merito nell’aver diffuso le riflessioni di Agostino ad un pubblico più ampio di quello dei soli specialisti va ascritto a don Giacomo Tantardini, sacerdote nativo di Barzio che dal 1972 al 2012 visse il suo apostolato sacerdotale a Roma. Discepolo spirituale di don Giussani, Tantardini fu per molti anni responsabile del movimento di “Comunione e liberazione” nella città eterna e vulcanico ispiratore del settimanale Il Sabato e del mensile 30Giorni. Impegnatissimo nel seguire personalmente la crescita cristiana di diverse generazioni di studenti universitari e di giovani famiglie, don Giacomo non si occupò degli studi agostiniani per fare sfoggio di eruditismo. Egli trovò piuttosto nelle opere di Agostino una sorprendente attualità, fonte di intelligente consapevolezza cristiana
Una delle più accese controversie teologiche di Agostino, quella contro l’errore pelagiano, ispirò una ormai leggendaria battaglia di don Giacomo contro la riduzione del cristianesimo a somma di principi e regole etiche, con lo svuotamento dell’opera della Grazia circa la salvezza dell’uomo. Ricordo, come giovane giornalista di 30Giorni, il giorno in cui, alla fine degli anni 80, si presentò in redazione con una fulminante citazione di sant’Agostino che presto ispirò un editoriale della rivista: “Questo è l’orrendo e occulto veleno del vostro errore: che pretendiate di far consistere la grazia di Cristo nel Suo esempio e non nel dono della Sua persona”. La citazione era presa dall’opera Contro Iulianum e nel 1990 don Giussani la volle inserire nel Volantone di Pasqua del movimento da lui iniziato.

La polemica anti-pelagiana animò anche Il Sabato, suscitando infuocate critiche infracattoliche insieme a curiosità e interesse nella stampa laica. Nel settembre 1990 il cardinal Ratzinger, intervenendo al Meeting di Rimini, si schierò dalla parte del settimanale, riconoscendo l’attualità della “tentazione pelagiana”, cioè il rischio della “riduzione del cristianesimo ad una morale”, dimenticando la sua origine soprannaturale: un “avvenimento”, l’incontro stupefacente con la persona di Cristo. Non fu solo Ratzinger a cogliere l’attualità della controversia agostiniana contro il monaco Pelagio.

Sotto il pontificato di Francesco l’errore neo-pelagiano divenne oggetto di diversi richiami da parte del Papa argentino e finanche di un documento ufficiale della Congregazione per la dottrina della fede, la Placuit Deo, del 2018.
A don Giacomo non interessava tanto una disquisizione concettuale. Mosso da passione missionaria sentiva che i giovani, sempre più lontani dalla tradizione cristiana, non potevano essere persuasi alla vita di fede da prediche moralistiche ma solo da una potente attrattiva esistenziale. In questo orizzonte recuperava il primato della Grazia in sant’Agostino e la sua riflessione sulla delectatio e la dilectio che attirano l’anima verso Cristo. “La fede – affermava don Giacomo - nasce per l'attrattiva di grazia, non in quanto termine di una dimostrazione. In questo, Agostino è profondamente attuale. In un mondo in cui il cristianesimo per i giovani, e non solo per i giovani, è un passato che non li riguarda, nessuna dimostrazione può di per sé destare un interesse per il cristianesimo. Solo un'attrattiva può destare l'interesse” (Il cuore e la grazia in Sant’Agostino, ed. Città nuova, 2006, pp. 137-38).

Don Giacomo ha espresso compiutamente la sua visione agostiniana in diversi cicli di seminari, prima a Roma presso l’università privata San Pio V poi nella prestigiosa sede universitaria di Padova. Queste lezioni, sempre affollatissime, divennero la base di alcuni fortunati volumi, pubblicati il primo dall’Associazione San Gabriele e successivamente dalla casa editrice Città nuova.
Alla presentazione di un libro che raccoglieva articoli usciti su 30Giorni (Il potere e la grazia. Attualità di sant’Agostino), nel 1998, presso la Sala del Cenacolo della Camara dei deputati, intervenne il cardinale Ratzinger con parole che coglievano il tentativo della rivista di togliere la polvere all’opera di Agostino e svelarne tutta l’attualità: “Arreca realmente gioia – affermava l’allora prefetto dell’ex sant’Uffizio - il fatto che una rivista di informazione come 30Giorni abbia presentato per mesi al grande pubblico questa figura in un dialogo col nostro tempo”.
Attualità che si manifestava ad esempio nei lucidi giudizi storici, ispirati alla Città di Dio ed altre opere di Agostino, che don Giacomo esprimeva sulle guerre “imperiali” dei Bush in Medio Oriente e sul rapporto fra la Chiesa e gli “altri” dopo il catastrofico 11 settembre e il conseguente “scontro di civiltà” che secondo gli “atei devoti” era un’opzione inevitabile anche per il papato.
Un destino paradossale, quello di don Giacomo Tantardini: amatissimo dai giovani che in lui riconoscevano un padre nella fede, non sempre compreso da certa nomenclatura ecclesiastica, riscoperto e valorizzato sorprendentemente da personalità del calibro dei cardinali Ratzinger e Bergoglio, entrambi destinati a diventare papi. Ed è proprio il futuro papa Francesco a firmare la prefazione de Il tempo della Chiesa secondo Agostino (ed. Città nuova), volume che raccoglie le lezioni all’Università di Padova dal 2005 al 2008: “Nelle sue lezioni agostiniane, con i testi letti e commentati in presa diretta - scrive Bergoglio - don Giacomo ha individuato e seguito un’altra filigrana. Se Agostino è attuale, se ci è contemporaneo, come questo libro documenta, lo è soprattutto perché descrive semplicemente come si diventa e si rimane cristiani nel tempo della Chiesa. Quel tempo che è il suo, così come è il nostro”.
L’opera di don Giacomo non passò inosservata, naturalmente, all’interno dell’ordine agostiniano. Padre Nello Cipriani, uno dei maggiori studiosi contemporanei del vescovo di Ippona, fu un grande estimatore di don Giacomo. Fu anche tra i primi a scorgere il filo rosso che nel pensiero del sacerdote di Barzio univa Agostino a don Giussani. Nell'esordio del volume di Tantardini Il cuore e la grazia in sant'Agostino, (ed. Città nuova) scriveva: “L'idea che si diventa e si rimane cristiani perché si prova un piacere nell'aderire a Gesù Cristo non è solo di Agostino ma anche di don Giussani, autore di un libro intitolato L'attrattiva Gesù. Io credo che don Giacomo abbia colto la profonda consonanza esistente tra l'esperienza cristiana vissuta e proposta tanti secoli fa da sant'Agostino e quella proposta oggi da don Giussani e per questo motivo abbia scelto i testi agostiniani come guida delle sue lezioni”.

In questi stessi anni alla guida dell’ordine di sant’Agostino, esattamente dal 2001 al 2013, c’è un priore generale che si chiama Robert Francis Prevost. È molto amico di padre Cipriani ed è di casa all’Augustinianum, a Roma. Non abbiamo notizie verificate ma è assai probabile che conoscesse la rivista internazionale 30Giorni e che abbia sentito parlare delle lezioni di don Giacomo su sant’Agostino.
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