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Una bella testimonianza di Luigi Accatoli

Aggiornamento: 17 feb

Nell'Osservatore romano di oggi compare una mia conversazione con Luigi Accattoli, "decano" dei vaticanisti italiani, dal 29 novembre in ospedale, malato di Covid. È una bella testimonianza di fede e di umanità. Conosco Luigi da molti anni, abbiamo seguito fianco a fianco tanti eventi della vita della Chiesa, conclavi e viaggi apostolici, in Italia e nel mondo. Veniamo da storie molto diverse. Padri e madri nella fede molto diversi, sebbene entrambi abbiamo un legame profondo con la nostra terra delle Marche. Maestri nella professione, anch'essi molto diversi. E stili di scrittura, pure diversi. Eppure col tempo è cresciuta la stima e l'amicizia. Quando dirigevo l'informazione di Tv2000 cercavo di averlo sempre in studio a commentare i viaggi del Papa. Il suo è sempre stato un giornalismo molto serio, rigoroso, che magari concedeva poco agli amanti di una informazione-spettacolo. Ma sapeva (e sa!) sempre inquadrare la notizia del momento in una cornice storica, collegandola ai precedenti, se c'erano, o sottolineando le novità. In modo sempre affidabile, chiaro, autorevole. Negli ultimi anni oltre queste rare virtù professionali ho imparato a conoscere anche la fede e l'umanità di Luigi. Soprattutto tramite il suo blog, dove all'analisi di fatti vaticani (analisi sempre puntuali e convincenti) affianca riflessioni e racconti che hanno a che fare più direttamente con la sua personale esperienza della fede cristiana.

Questo tratto della sua personalità è emerso per me in modo "epifanico" durante i giorni del suo ricovero in ospedale. Non mi riferisco solo alla sua solida cultura religiosa, ma proprio alla sua fede, al suo modo di viverla dentro le cose della vita. Con una umiltà e una letizia che mi hanno "fatto bene" come usa dire papa Francesco.



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